Lo Shishapangma.

 Shishapangma, è la quattordicesima montagna più alta del mondo. la sua posizione è interamente nella regione autonoma del Tibet, in Cina.

 La vetta è caratterizzata dalla una parete meridionale che si innalza per oltre 2000 m, rendendola uno spettacolo imponente per tutti gli scalatori. Il nome indiano-nepalese per il picco è Gosaitan, che significa "luogo sacro". in  tibetano invece, il suo nome significa "cresta sopra le pianure erbose".



Lo Shishapangma è stato scalato per la prima volta attraverso la via nord nel maggio 1964, da una spedizione cinese. È stata l'ultima vetta di 8.000 metri ad essere scalata. La prima salita invernale invece è attribuita a Simone Moro e Peter Morawsky che hanno completato la salita nel gennaio 2005.
Lo Shishapangma è considerato da molti come una degli 8.000 più abbordabili da scalare a causa del suo percorso diretto, e del suo avvicinamento relativamente breve al campo base. Per una montagna di queste dimensioni, la cresta nord-occidentale, offre un percorso veloce e di media difficoltà alla cima centrale o falsa cima. Una cresta affilata poi, collega la cima centrale alla cima sud, la più alta. Questa parte finale può rivelarsi molto impegnativa.

A gennaio del 2021, quasi 300 persone hanno raggiunto con successo la scalata alla cima centrale, ma solo 180 persone hanno continuato verso quella principale, a poco più di un'ora di salita.
lo Shishapangma ha un tasso di mortalità attuale intorno all'8%. con 300 ascensioni di successo e 25 morti. La maggior parte di queste morti è attribuita a valanghe e cadute.

la parete sud è la più dura e tecnica. un'immensa salita di oltre 2000 m. Non c'è da stupirsi che negli anni successivi questa via abbia ospitato alcuni dei migliori alpinisti del mondo ed è diventata teatro di tre straordinarie salite in solitaria, di Wielicki, Lafaille e Ueli Steck.