Le Grandi Pareti Del Nanga Parbat.

Il Nanga Parbat è ritenuta da molti la montagna più grande del mondo. Le sue pareti infatti, superano i 4000 metri. In realtà detiene questo record con altre montagne, anche meno alte, come il monte rakaposhi, situato sempre in pakistan. un enorme settemila metri che si erge da quote intorno ai duemila metri. e il monte più alto dell'Alaska e del nord america, il monte denali che sfiora i 6200 metri di altezza, ma che addirittura, ha una base a quota mille metri.

Tra tutte queste, il nanga parbat è sicuramente la più minacciosa e invitante, sia per la storia alpinistica, sia perché è un ottomila metri.

Le pareti del Nanga sono ben delimitate e distinguibili. A sudest abbiamo la Rupal, considerata la parete alpinistica più grande al mondo. il fondo valle è adagiato a 3500 metri, ovvero 4600 metri sotto la cima. in pratica, questa parete potrebbe ospitare l'intera altezza del monte rosa. non molte persone sono riuscite a salire questa parete, che richiede tempi e fatiche immani. tra i pochi, i fratelli Messner, in una salita storica,  ma che dovettero poi scendere stremati, dal lato opposto, come vedremo più avanti. essere sotto la montagna da questa parte, non rende l'idea di quanto grande sia. le montagne infatti, in genere tendono a confondere le distanze per via delle prospettive. ciò che sembra più alto potrebbe non esserlo, e viceversa.

Dall'altra parte della montagna abbiamo la parete nordovest, chiamata Diamir, quella più utilizzata oggi dagli alpinisti.  è su questo lato che morì il fratello di Reinold Messner, Gunter, colpito da una valanga durante la loro discesa dalla montagna, in cui scelsero il ripido e diretto sperone mummery. nell'inverno del 2019, anche Nardi e Ballard perirono in questo punto, mentre stavano cercando di raggiungere la vetta, a una quota intorno ai seimila metri. la via kinshofer, a nord-ovest; è considerata la via più facile e sicura della parete diamir, e in generale, di tutta la montagna. da qui è stata realizzata la prima vera salita invernale nel 2016.

Rispetto alla parete sud, il Diamir  ha un dislivello inferiore di circa mille metri, e questo è uno dei motivi per cui viene scelto dagli alpinisti, ma ciò non toglie che sia una parete enorme e difficile, bersagliata da seracchi e valanghe che cadono continuamente, e freddi polari in inverno. 

Infine, abbiamo la terza parete, la nord, denominata Rakhiot, utilizzata per le prime ascensioni, e anch'essa ricca di storia. da qui è partita la prima scalata fino alla cima, nel 1953. Oggi è la parete meno utilizzata, in quanto si raggiungono agevolmente i tre quarti della montagna, ma la cima vera e propria si trova in un punto più distante, e occorre scollinare e procedere in orizzontale ad una quota di oltre settemila metri prima di raggiungerla. inoltre crepacci iniziali che lentamente scendono a valle, la rendono poco agevole alla partenza.