"L' Uomo In Rosso" Morto Sull' Everest, e Gli Uomini Che Gli Hanno Riportato Dignità.

Qualcuno potrebbe attribuire a un'idea folle quella di salire a tutti i costi sul tetto del mondo, eppure, tutte le persone scomparse sull'Everest, meritano rispetto. sapere chi c'era dietro quelle figure rimaste immobili lassù, la loro storia, può rappresentare un buon ricordo, anche per i loro cari.

Una di queste è storie sicuramente quella di uno scalatore di nome Marko Lihteneker, deceduto quasi sulla cima della montagna, a 8800 metri. sul web si trovano poche informazioni su di esso, si dice che fosse uno sci alpinista, e che nel 2005, morì vicino alla cima dell'Everest.

  


Marko è stato uno dei primi stranieri a prendere parte alla scalata dell'Everest nella spedizione del "the 7 summits Club". una spedizione che includeva diverse persone che volevano scalare le cime più alte di ogni continente.  Lui e il suo compagno Mlinár erano atleti esperti e forti che volevano fare una rapida ascesa, prima che arrivasse in cima la massa principale degli scalatori. E non usare il supporto degli Sherpa.

  Marko era un membro della nazionale slovena di scialpinismo e maratoneta, e non c'erano dubbi sulla sua condizione fisica. però aveva avuto piccoli problemi con l'attrezzatura per l'ossigeno. se ci fossero stati gli sherpa, molto probabilmente si sarebbe potuta evitare la disgrazia. Lihteneker è morto durante la discesa dalla vetta del Monte Everest, per un problema con l'erogatore dell'ossigeno. restare senza ossigeno artificiale a quota 8800 metri, all'improvviso, è la cosa peggiore che possa capitare a un'alpinista sulla cima dell'Everest. è molto peggio che arrampicare senza ossigeno supplementare.

Il corpo congelato dello scalatore sloveno, appeso ad un'altezza di 8800 metri, da più di 15 anni è il monito degli scalatori che salgono sulla cima dell'Everest. 

Oggi il corpo risulta coperto. ma non dalla neve.

 Può sembrare strano, ma ci sono persone generose anche nella folle corsa verso la cima dell'Everest.

Savchenko, un alpinista che era nel team "the 7 summits Club" il giorno che Marko morì, ha avuto un'idea. l'intenzione era quella di coprire i corpi degli alpinisti più visibili, sparsi vicino alla sommità. con Sidyakin, un amico, più  due sherpa, ce l'hanno fatta. anche gli alpinisti del campo base hanno sostenuto la loro iniziativa.

 Savchenko ha detto: Tutti gli alpinisti che sono rimasti lassù, sono in pose diverse. avevo visto le foto su Internet ,ma non erano così impressionanti come dal vivo. È uno spettacolo terribile vedere persone da 20,40 anni in quelle condizioni, congelati, e con la stessa espressione sul volto con cui erano morte.

Il gruppo è grato agli sherpa che li hanno accompagnati. Secondo la loro fede, è vietato toccare i cadaveri. oggi alcuni corpi sono stati coperti, altri portati via, ma la gran parte, ancora, risultano esposti, addormentati sulla loro montagna.